dal Paradiso Terrestre alla Via Mater Dei…
Come descrive la Bibbia l’intimità fra Dio e l’uomo nel Paradiso Terrestre? Come una passeggiata fra amici… Come raccontano le Sacre Scritture l’intervento salvifico di Dio nella storia umana? Come un lungo, e pieno di prove, cammino nel deserto, con Dio in testa al suo popolo… Qual’è la prima cosa che Dio chiede per mettere in moto la storia della salvezza? Di partire, di andarsene, fidandosi della sua parola soltanto… Come viene descritto il trionfo finale dell’umanità redenta in Cielo? Come la fine di un cammino, il riposo di chi ha attraversato indenne le prove di un esodo… Come può oggi Dio risvegliare in noi la voglia di camminare con Lui, e tra di noi, e così sperimentare la Sua amicizia che ci salva? Forse anche suggerendoci di fare, in compagnia, la Via Mater Dei, perché così potremo anche noi rivivere…
Le cose importanti ed essenziali, nella Bibbia, si trovano sempre all’inizio e alla fine (come “ripresa che compie”, nel Pentateuco e in Apocalisse), al centro (nella letteratura sapienziale, soprattutto i Salmi e massimamente il Cantico dei cantici) e al culmine (cioè il Vangelo di Cristo): così è, lo scopriremo insieme, per il tema del “camminare”, “halak”, (che è poi lo “stile di vita” nella lingua ebraica perché “seguire uno” significa diventarne discepolo, “imitare la sua vita”). Siccome poi negli stessi snodi fondamentali della Bibbia si può ritrovare anche il tema centrale di tutta la rivelazione, cioè l’Alleanza, il rapporto “nuziale” tra Dio e il suo popolo, non possiamo non mettere insieme questi due temi, il camminare e la relazione fra Dio e l’umanità: perché è proprio camminando insieme che Dio e l’umanità si sono fidanzati, e sposati e conosciuti e amati…( e pure hanno litigato a volte!)
all’inizio, in “principio”:
GENESI
“Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”(3,8-9). …sì, ci è rimasto davvero male quel giorno Dio, che voleva fare il suo solito trekking mattutino con i suoi amici; è proprio così, la prima conseguenza del peccato originale è sto un clamoroso “bidone” (si dice così..) ad una camminata…perché era quello che Dio e Adamo ed Eva facevano tutto il giorno e tutti i giorni nel Paradiso Terrestre, passeggiavano e contemplavano e parlavano, come un buon gruppo di amici camminatori, e così si amavano!
Via Mater Dei (VMD): L’APPENNINO, LA NOSTRA CASA
Tutto il percorso abbraccia quel “giardino” che sono i nostri appennini, coltivato e “curato” (un tempo ancor di più…), per la sopravvivenza ed anche per il buon vivere, dai nostri padri; curato ma anche in diverse parti oggi “selvaggio ed incontaminato”, che permette, a due passi dalla città, una vera esperienza di intimità col Creatore!
ESODO
Per recuperare il rapporto, la “compagnia” persa con l’uomo, per salvarci insomma, cosa fa Dio come prima cosa??… ci mette in cammino, perché le primissime parole salvifiche che Dio pronuncia ad Abramo (il padre di tutti i credenti) sono proprio: “Vattene” , cioè “parti, lascia la tua casa per andare dove ti dirò io…” (Gen 12,1)
Poi però, una volta avviato il “trekking salvifico”, Dio stesso, concretamente, decide di tornare a camminare col suo popolo, e lo fa con il trekking più famoso della storia dell’umanità, l’Esodo ( ..col quale recupera tutto il tempo perso e i trekking mancati, se pensiamo che cammina alla loro testa per 40 anni, e alla fine muoiono tutti tranne due, soltanto per fare la lunghezza di due Vie Mater Dei…). Ed è proprio però in questo cammino che Dio ed Israele, insieme, si conoscono e si fidanzano, fino a fare “alleanza” a sposarsi; è nel cammino che Dio diventa il “nostro Dio” ed Israele il “mio popolo”.
L’inizio dell’Esodo è la traversata, decisiva per la salvezza e l’eliminazione del male, del mar Rosso, camminando sul fondale marino asciutto; la fine, o meglio “il fine” dell’Esodo sono, negli ultimissimi capitoli, l’arrivo sul Monte Sinai dove Dio a Mosè darà le indicazioni per la costruzione dell’Arca e del Tempio di Gerusalemme, così che tutta la vita del popolo di Dio nella Terra Promessa, tappa finale dell’Esodo, sarà un continuo pellegrinaggio (almeno tre volte l’anno), un continuo rivivere il trekking dell’Esodo…
VMD: DAL FONDO MARE ALLA CIMA DEL MONTE
Le prime tre tappe non sono altro che un calcare il fondale marino (profondo circa 1000 metri a Bologna…) dell’antico Golfo Appenninico, un affondare nella sabbia che si è innalzata al cielo fino a diventare monte, come nel caso del Contrafforte Pliocenico, l’antica spiaggia di questo paleomare. Cosicchè l’evoluzione è dal mare al monte, proprio come l’evoluzione del percorso dell’Esodo; ed infatti se nella prima tappa si parte da -1000 metri in fondo al mare, nell’ultima si raggiungono i quasi +1000 metri di Montovolo, dai nostri padri chiamato, guarda un po’, il piccolo “Sinai” bolognese, per la presenza (come nel Sinai egiziano) di un oratorio dedicato a S. Caterina di Alessandria, e pure, noi aggiungiamo, una “piccola Betlemme”, il luogo in cui Maria divenne la Mater Dei, se pensiamo che una chiesa dedicata a santa Caterina si triva proprio sopra la Natività a Betlemme e che l’esperienza mistica di S.Caterina culminò nelle nozze mistiche con Gesù bambino, offertogli da Maria in una visione!
VMD: IL CULMINE CHE SEGNA LE TAPPE
ogni tappa ha come fine e senso il raggiungere un Santuario, solitamente collocato dai nostri padri in cima ad un monte: e da secoli sono numerosi i pellegrinaggi a piedi ai Santuari mariani da parte del popolo dell’Appennino, basti pensare ai pellegrinaggi a Bocca di Rio e al Monte delle Formiche ad esempio…
a metà, al cuore, e al culmine:
IL CANTICO DEI CANTICI
Al cuore e all’apice di tutta la letteratura sapienziale d’Israele (e al centro esatto, provare per credere, del libro della Bibbia dei cristiani) troviamo questo “dramma d’amore”, immagine efficace del rapporto fra Jahvè ed Israele, fra il Creatore e la creatura, fra Dio e la mia anima!
…e in questa storia, lo sposo e la sposa non fanno altro che andare e venire, per i colli e i paesaggi della Terra Promessa, perdendosi e ritrovandosi in continuazione…fino a trovare, nelle ultimissime parole del canto, pace ed unione sul “monte dei balsami” (Ct 8,14), cioò il Tempio di Gerusalemme!
VMD: LA SPOSA E L’AMICO DELLO SPOSO IN OGNI TAPPA
Di gran lunga la maggior parte degli edifici sacri del nostro Appennino bolognese è dedicato alla Vergine Maria, spesso collocata in cima ai monti, Lei che è la Madre ma pure la Nuova Eva, personificazione della Chiesa Madre, e pure Sposa di Cristo; al secondo posto in questa classifica della “dedicazione” delle chiese appenniniche chi c’è?… san Giovanni Battista, colui che si definisce “l’amico dello Sposo” (Gv 3,29), colui che proprio nel deserto fa incontrare nuovamente, preparandolo, il popolo di Israele con il suo Dio (nel solo comune di Pianoro ci sono ben tre cucuzzoli dominati da una chiesa parrocchiale dedicata al Battista!)
I SALMI ASCENSIONALI
Questi sono i più importanti salmi per il popolo d’Israele, e di gran lunga i più cantati, in quanto sono i canti composti apposta per i pellegrini, da cantare mentre salivano a Gerusalemme ( …e ci voleva un buona fiato!!) nei vari pellegrinaggi che scandivano la vita del buon fedele: insomma, si può ben credere che per le vie polverose della Palestina era tutto un continuo via vai di gente, ed un continuo risuonare di canti e preghiere!
VANGELI
Ebbene sì…per la gente che lo ha conosciuto, il rabbì Gesù, da tutti i vangeli presentato come il nuovo Mosè, non faceva e non ha fatto altro, per ben tre anni… che “camminare”, dentro e fuori, in su e in giù per la Terra Promessa, dalla periferia (Galilea) al centro (Gerusalemme), predicando e risanando coi suoi prodigi, ma soprattutto raccogliendo attorno a sé, al suo passaggio, un popolo di discepoli!
GLI ATTI DEGLI APOSTOLI
“La Via”: è molto significativo, e ricco di suggestiuoni, che proprio questo fu, nettamente, il primo nome dato alla religione cristiana (ad esempio At 9,2;19,23; 22,4; 24,14 ecc….); forse in ricordo del suo fondatore, forse perché viaggiavano sempre o forse per come era fatta “in se stessa”, per il messaggio e la vita che mostrava, questa nuova religione?
VMD: LA MONTAGNA CHE AVVICINA
Gli Appennini bolognesi da sempre sono stati vissuti più come un collegamento che come una “barriera”, tra nord e sud Italia, tra l’Europa e la meta dei pellegrinaggi a Roma e a Gerusalemme; con i suoi dolci “crinali”, infatti, in passato attraversati, rigati e innervati da diverse strade, offriva al viandante “vie” più sane e sicure, certamente di più della paludosa pianura padana…
al termine
L’APOCALISSE
Dall’ultimo libro rivelato emerge che, alla fine di tutto, Dio salverà tutto, come in un “nuovo Esodo”, un “nuovo cammino”; proprio quel Dio che in apertura dell’Apocalisse si autodefinisce come “Colui che viene” (1,8), ed in chiusura promette: “Sì verrò presto” (22,20), rispondendo al “Vieni Signore”, “Maranatà” della Chiesa sua sposa (22,17). Quindi si può dire che, pur nella staticità eterna delle visioni celesti (che descrivono il Paradiso la nuova Terra Promessa in cui il popolo di Dio può osservare il grande Sabato del Riposo di Dio, dell’uomo e del Creato, proprio come un riposo al termine del cammino, perché per questo Jahvè li condusse nella Terra Promessa e proprio perché non ne osservavano il riposo sabbatico ne furono esiliati…) anche nell’ultimo libro della Bibbia il tema del camminare è presente, di una importanza decisiva.
Partiamo dal capitolo 12, la grande visione che i nostri padri hanno reso plasticamente con il portico e il santuario di san Luca, in cui a schiacciare Satana è proprio ciò con cui si cammina, il “calcagno”!! In esso la salvezza scatologica sarà un nuovo attraversare il deserto (cfr 12,6 “La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio”); come pure la vittoria nel combattimento finale sarà un nuovo vincere nel mare, da cui proviene il male (cfr 12,18 “E il drago si appostò sulla spiaggia del mare…”); quindi l’Esodo dell’inizio della storia della salvezza si rivela davvero prefigurazione dell’Esodo finale della storia universale, in cui Dio porterà a compimento il suo piano di salvezza!
Difatti, appena tre capitoli dopo, viene presentato l’esodo egiziano come lettura esplicita degli eventi escatologici: “Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello…”(Ap15,2-3)
Un altro tema ricorrente è il camminare del pastore con il suo gregge, di Dio con il suo popolo, da lui guidato, nutrito e difeso appunto. In Ap 7,16-17 ritorna questa immagine (tanto cara anche a Gesù , cfr Gv10 e non solo…), anche se il pastore è ormai diventato l’Agnello immolato, il Dio fatto uomo, crocifisso e risorto: “non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, 17 perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita…”. Altrove poi (in Ap 14,1-4), questo gregge di “salvati” è presentato come, per così dire, “la Compagnia dell’Agnello”: “E vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. 2 E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. 3 Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. 4 Sono coloro che non si sono contaminati con donne; sono vergini, infatti, e seguono l’Agnello dovunque vada…”
VMD, “NELL’INIZIO LA FINE … PER UN NUOVO INIZIO!”
In questa nuova Via, il finale si vive all’inizio, per poi poter rigustarlo, con uno “sguardo rinnovato”, al termine del percorso !!
E’ infatti la città di Bologna che offre almeno due chiari richiami al trionfo finale delle visioni dell’Apocalisse, per volontà esplicita della fede dei nostri padri:
– la Gerusalemme celeste: è il modello, con le sue dodici porte, secondo il quale furono costruite le mura di Bologna…e così, uscendo da esse ci si addentra gradualmente nella natura della montagna, intesa come “deserto”, cioè solitudine con Dio e luogo di una nuova riconciliazione col Creatore (come il deserto dell’ESODO…), per poi ritornare inevitabilmente, al termine del cammino, nella città con uno sguardo arricchito e purificato, la soal cosa che può davvero cambiare le nostre vite!
– la donna vestita di sole di Ap12: è la Mater Dei, Maria, Colei che compie alla fine la profezia degli inizi (cfr Gen 3,15), come i nostri padri han voluto mostrarci coll Santuario di san Luca, Maria che schiaccia col suo “calcagno”, coi suoi piedi di camminatrice, il serpente antico – Satana, cioè la “serpentina” del portico di 666 archi!
???…aprendoci al più famoso trekking della letteratura di ogni tempo: “Il Signore degli anelli”:
con la “compagnia dell’Agnello” (14,1ss), che lo “seguono dovunque vada” (14,4);
con “le due ali della grande aquila” (12,14) che mette in salvo la donna dal drago;
con la terra, la natura che viene in soccorso della Donna inghiottendo il fiume di acqua vomitato dal Drago (12,16)
… in cui la vittoria è degli umili che sacrificano la loro vita portando su di sé il male,
come i martiri trionfanti di tutta l’Apocalisse!
VMD:
San Luca è la trilogia-prequel de lo Hobbit –
la Contea: casa (Rastitow)n –
Monte Fato: Montovolo, luogo del martirio e del Sinai
altro…???